I COLORI

colori stamperia Bertozzi
colori stamperia Bertozzi

Curiosità sui colori

Nella stamperia Bertozzi si utilizzano diverse gamme di coloranti a seconda del supporto su cui si lavora e delle caratteristiche richieste al prodotto finito.

Per tutte le fibre cellulosiche (lino, cotone, viscosa, canapa) vengono utilizzati coloranti reattivi e, soprattutto, coloranti “al tino” anche detti indantrene.

Il nome indantrene deriva da indaco: sono coloranti creati a partire dalla riproduzione in laboratorio della molecola naturale dell’indaco. Non hanno, per questo motivo, tossicità e non danno allergie.

Gli indantrene sono i coloranti più solidi in commercio, sia per quanto riguarda la resistenza alla luce, sia per i lavaggi in acqua o a secco. Vengono utilizzati su fibre cellulosiche sia con fondo chiaro (stampa in applicazione) che con fondo scuro (stampa in corrosione).

Se per stampare si utilizza un tessuto già tinto si attiva nel vapore anche un effetto di decolorazione sul tessuto: questo effetto si chiama corrosione.

Quando si apre il vaporizzatore e si riportano all’aria i tessuti, i coloranti indantrene si ossidano ridiventando insolubili, ancorati all’interno delle fibre tessili con dei legami molecolari.
Il successivo lavaggio in acqua è necessario per completare l’ossidazione e purgare le parti di colore non fissato.

Per alcuni effetti particolari, per esempio il metallico oro, argento o rame, si utilizzano dei pigmenti che rimangono attaccati ai tessuti per mezzo di resine acriliche.

Sulle fibre proteiche (lana, cashmere, seta) si utilizzano coloranti acidi o anche reattivi che devono sempre essere fissati a vapore e sempre senza l’uso di sostanze tossiche o allergizzanti.
Anche su queste ultime fibre si riescono a produrre effetti in corrosione.

Il nostro segreto

Il colore ruggine, tipico della tradizione locale è un colore autoprodotto, cioè ricavato all’interno del nostro laboratorio secondo la ricetta tramandata nei secoli all’interno delle botteghe romagnole.

Chimicamente si tratta di sali solubili di ferro che vengono estratti da rottami arrugginiti, impastati e cotti con aceto e farina di grano.

Il colorante che si ottiene è in grado di tingere di colore ruggine le fibre cellulosiche e diventa molto solido quando si fissa in un bagno alcalino.

Di questo colorante si parla anche nei trattati di epoca romana, in cui veniva chiamato Tintura Marziale. È una mistura che si dice sia stata portata in Romagna da un centurione romano che visse duemila anni fa, di nome Gambectola. Faceva parte della X Legione di Giulio Cesare, la stessa che, prima di passare il Rubicone, vinse contro i Galli a Zela, nel Ponto. Episodio famoso per la frase, attribuita a Giulio Cesare: Veni, vidi, vici.

Il colore ruggine, quindi, deriverebbe dalle tracce lasciate sulle vesti da spade e armi di allora e il centurione, prima di morire in terra romagnola, proferì il segreto della sua composizione.

A questa leggenda è stata dedicata una collezione, dalla linea unica e sofisticata, sostanzialmente monocromatica ed elegante.
 La collezione Gambectola vuole mantenere viva la bellezza del Rinascimento italiano, ma riesce anche ad unire la tecnica della tradizione romagnola con le decorazioni e i motivi di derivazione artistica e folcloristica.

Infine, nel 2010 la stamperia Bertozzi ha brevettato una nuova applicazione in stampa del tradizionale colore ruggine: la stampa su cuoio a concia vegetale (pelle lavorata con un lungo processo in cui si usano estratti vegetali chiamati tannini).
Sul cuoio la ruggine diventa di colore nero, naturale e molto solido. Grazie a questa tecnica, innovativa ed esclusiva, la Stamperia produce borse, cinture, zaini, borselli, copertine per agende, sempre utilizzando i motivi decorativi a disposizione.